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La F5J è una categoria relativamente giovane ed è stata proposta a livello mondiale e subito ha incontrato l’approvazione di tutto il mondo. Prima esisteva la F3J con i modelli che venivano portati in quota con il traino manuale, poi un genio di cui non so il nome, credo un cecoslovacco, propose di adottare il motore elettrico per portare il modello in quota, e di impiegare un logger per controllare la quota e il tempo di volo sotto motore….fu una idea che fu possibile portare avanti usando componenti micro che permettevano di montare a bordo lo strumento.

In Italia fu subito successo e la stragrande maggioranza dei piloti F3J passò alla F5J per la comodità dell’involo e per la possibilità di organizzare gare in campi ridotti.

Io ho in pratica, visto che allora ero presidente degli aeromodellisti, fatto adottare in Italia la F3J che decollò rapidamente e poi come scritto nacque la F5J.

Ho partecipato a molte gare di F3J con modelli che mi costruivo, ma le difficoltà erano tante perché i modelli erano soggetti a forti carichi alari durante il traino che durava pochi secondi, con modelli che raggiungevano i 100 km/h. Si doveva ricorrere a tutto carbonio inevitabilmente.

Poi con l’avvento della possibilità di usare il motore elettrico i modelli divennero più umani e mi fu possibile cominciare a realizzare modelli performanti e leggeri usando la tecnica descritta in questo sito.

Realizzavo anche il pod in vetroresina e carbonio, si vede uno dei pod in foto.

Confesso che non so quanti ne ho realizzati, dapprima con tessuto di vetro e carta seta, poi utilizzando il carbonio prodotto in Ukraina.

Riguardando le foto mi rendo conto di quanto lavoro ho fatto nel campo F5…..è stato un bel periodo della mia vita aeromodellistica.